Ecco cosa vogliamo fare, scoprire e meravigliarci delle bellezze della nostra città, di tutte le cose che ci sono da sapere.
Per questo motivo venerdì scorso dopo una settimana tra lavoro e trasloco ho preso al balzo l’invito dei miei genitori di passare una serata/nottata tra i vicoli di città vecchia.
Sì, abbiamo partecipato ad un interessantissimo tour notturno alla scoperta di magia, superstizione e riti pagani e cristiani.
Il tour organizzato da Taranto Turistica ci ha coinvolti in un percorso suggestivo e magico tra candele, masciare, archi, chiesette nascoste e tanti tanti aneddoti che hanno regalato il vero di più alla serata.
Ore 22.15 partenza afosa da Pendio La Riccia, più di 30 partecipanti incuriositi da questo tour così speciale.
Prima tappa di fronte alla chiesa di Sant’Agostino dove ci viene raccontata la storia di Donna Rachela che dopo la perdita di un affetto trova un teschio e diventa Medium di tutta la parte più nobile di Taranto vecchia incontrando ogni giorno decine di persone che le chiedevano di intercedere con i morti.
Continuando il tour ci ritroviamo a passare sotto numerosi archi e ci viene suggerito di “salutare” l’arco con il segno della croce come segno di rispetto e soprattutto per non incorrere nel cosiddetto “mal d l’arc” cioè l’ittero dovuto proprio al mancato saluto all’arco. Questa credenza deriva dal fatto che l’arco e la riproduzione di un arcobaleno dove il colore dominante è il giallo nonché il colore dell’ittero, ma per fortuna i nostri predecessori avevano anche pensato ad un modo per allontanare l’ittero: bisognava recarsi al santuario di Santa Maria protettrice degli itteri e fare la pipì sul grande arco che era posto all’ingresso del paese così da far uscire dal corpo la malattia. Sì i tarantini erano particolarmente fantasiosi, l’ho pensato anche io!
Dopo questo singolare racconto la guida e l’archeologa ci hanno portati in un grandissimo ipogeo, abbiamo percorso le scale per scendere in questa grotta scavata con in mano una candela e una volta arrivati nel cuore dell’ipogeo l’effetto tra lucine delle fiammelle e buio era davvero magico.
Su tutto il territorio del borgo antico sono stati tracciati 66 ipogei di cui 20 fruibili, sono veri e propri ipogei rupestri scavati nel banco calcarenitico.
In questa atmosfera di altri tempi inizia una coinvolgente narrazione legata a Palazzo Galeota e all’AURO e,soprattutto, a PETR AUR.
L’auro è uno spiritello di un bambino o di un fraticello che protegge la casa e può essere benevolo o malevolo. Se malevolo fa tanti dispetti e ruba le cose preziose, se benevolo preparatevi a ricevere tantissimi doni. Ma chi è quindi questo Pietr aur?
Si racconta che una bellissima donna sposata con un panettiere si ritrovava spesso sola di notte poiché il marito era a lavoro a “trombare la pasta”; stanca di questa solitudine iniziò una storia d’amore con un certo Pietro. Le notti di passione erano così coinvolgenti che la donna si ritrovava con dei segni difficili da spiegare al marito panettiere e quindi intortava il congiunto raccontando di questo auro che aveva preso di mira la povera donna. Da qui il modo di dire tarantino Petr Aur!
Camminando tra gli stretti vicoli di città vecchia è impossibile non sentire il rumore del mare che la circonda e accarezza. Proprio dal mare arriva a noi un’altra leggenda che i pescatori di città vecchia conoscono bene: la leggenda dello spirito di de Laclos.
Generale napoleonico il cui corpo venne smembrato dai tarantini e gettato in mare nei pressi dell’isola di San Paolo.
Moltissimi pescatori quando vedono il mare un po’ agitato decidono di non uscire in barca proprio perché ci sono stati moltissimi naufragi che la leggenda narra siano dovuti alla spirito di De Laclos che cerca di vendicarsi del trattamento ricevuto. In realtà c’è una spiegazione a tutto ciò, cioè la presenza della Secca delle sirene, dove improvvisamente nei pressi dell’Isola di San Paolo il livello dell’acqua cambia provocando non pochi problemi alle imbarcazioni.
La nottata è andata avanti tra racconti di streghe, iettatrici, masciare e ancora rituali magici per accalappiare gli uomini e renderli schiavi d’amore, collane d’aglio per far guarire i bambini dai vermi dell’intestino e molto altro.
La visita si è conclusa con una sorpresa: l’accesso ad una ex stalla che secoli fa era una della infinite chiesette perdute di Città Vecchia. Una sorpresa perché è stata scoperta da pochissimo e ripulita in occasione della nostra visita guidata.
Questo tour costellato di aneddoti è stato coinvolgente ed interessante, pieno di colpi di scena, le quasi tre ore sono volate. Importantissima la professionalità e spigliatezza degli organizzatori di Taranto Turistica che hanno curato la visita nei dettagli.