A Taranto Vecchia , quando un bimbo o una bimba moriva e la piccola bara usciva dal portone dell’abitazione era in uso di lasciare cadere manciate di confetti che venivano raccolti dalla folla di bambini avvicinatasi alla bara.
I cosiddetti “cannelline” confetti colorati con l’anima di cannella.
Questo rito di lanciare i confetti al morto avveniva anche in un’altra occasione il CARNEVALE , ed era una prerogativa tutta tarantina.
Nella descrizione del carnevale del 1857 parla proprio di questo rito:
“La mascherata giungeva a Piazza Fontana.
Una calca qui attendeva il suo arrivo impaziente, pregustando già ‘a pitriscine. In piazza Fontana e al principio di Via Marina si dava campo a questa, cioè si iniziava una guerra di confetti che cadevano dall’una parte e dall’altra, con una furia, con una perseveranza indicibile, come una grandinata fitta incessante che a guardarla dava le vertigini. Cadevano incalzantesi i confetti e i guagliuni e la folla anche faceva una ressa un pigia pigia, si gettava avventandosi per terra a radunare quanti più confetti si poteva.
Chilogrammi, sacca intera e si lanciavano da contendenti, e l’uno non voleva cedere all’altro. Giù giù incessanti cadevano i confetti fino a quando uno dei due non si dava per vinto. La battaglia tra i due è stata tanto accanita, colui che ha perduto e si è avventato sul suo contraddittore e lo ha coperto di battiture manco male che gli ha fatto glia ha subito divis.”
Il lancio d’ ‘a pitriscine si protrasse fino ai primi anni del ‘900.
IL CARNEVALE TARANTINO LA TRADIZIONE CHE CONTINUA “‘U CARNEVALE DE NA VOTE SESTA edizione”
25 FEBBRAIO ore 17.30 #TARANTINÌDION
A cura di Cinzia Pizzo