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Passato e futuro, memoria e poesia si attirano e richiamano a vicenda incontrandosi nel presente, anzi, illuminano la storia che viviamo e ci ammoniscono per quella che andiamo edificando sulle orme di un cammino umano

Santuario della SS.Vergine di Pasano

Passato e futuro, memoria e poesia si attirano e richiamano a vicenda incontrandosi nel presente, anzi, illuminano la storia che viviamo e ci ammoniscono per quella che andiamo edificando sulle orme di un cammino umano.

I romani, con il termine Apulia, indicavano il territorio compreso tra le attuali province di Foggia e Bari, che solo in un secondo momento, sotto l’ordinamento Augusteo, con l’aggiunta del territorio irpino fu unito alla Calabria. Con Calabria s’ intendeva, a quel tempo, indicare l’intera penisola salentina, che successivamente fu designata come provincia di Terra d’ Otranto, mentre l’odierna Calabria era denominata Bruzio.

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L’ antica Apulia, grazie alle innumerevoli insenature naturali sulle proprie coste, ebbe un ruolo rilevante per lo sviluppo del proprio territorio, difatti si videro ben presto fiorire diversi porti commerciali, tra cui ricorderemo Otranto, Gallipoli e Taranto. Quest’ ultimo centro marittimo, vista la sua posizione geografica, fu d’ approdo quasi per obbligo a tutti coloro che navigavano in quelle acque, divenendo così, il porto più importante per gli scambi commerciali. Dall’ VIII sec. a.C. nel golfo di Taranto s’ insediarono gli antichi Greci, che sfruttarono al meglio questa situazione, invasero, in modo non sempre pacifico tutte le regioni Tarantine, ellenizzando gli abitanti del posto. Sorsero così nel corso degli anni piccoli villaggi e paesi, che divennero ben presto centri alquanto fiorenti. Per la grande importanza ottenuta in breve tempo, questa regione fu detta ‘Magna Grecia’. Con questo vocabolo, infatti, i Greci indicavano tutte le loro colonie fondate lungo la costa dell’Italia meridionale.

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Successivamente, nel III sec. a.C., incominciarono i primi contrasti tra Taranto ed i Romani, tanto che la prima dovette chiedere aiuto a Pirro e poi ai Cartaginesi. Di fatti si deve a Fabio Massimo Verrucoso, detto dai posteri Cunctator, (il temporeggiatore) la presa di Taranto facendo entrare nella stessa una guarnigione militare romana. Risale proprio a questo periodo la costruzione della via Appia che servì a mettere in comunicazione la Puglia con la capitale, ed è proprio lungo questa via che si svilupparono i primi villaggi romani, uno di questi erachiamato Pasano.

A poche centinaia di metri a nord del santuario della Madonna di Pasano, in prossimità delle contrade Camarda e Curti ti l’oru a sud-ovest dell’abitato di Sava, si conserva, ancora integra, una porzione di rustico muro indicato come Paritoni o Limitone dei Greci. Lì dove oggi sorge un santuario della SS. Vergine, il cui casale adiacente, d’ epoca romana deve la sua rilevanza storica, e devozione paesana del luogo ad un evento particolare: il cosiddetto ‘miracolo dello schiavo’.

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Nel 1605, viveva in Sava il Signor Marcantonio, il quale al suo servizio aveva uno schiavo il quale, con un grosso ferro al piede, legato a grave catena, era obbligato, spesso a trasportare roba, da Sava nei campi del padrone posti verso Pasano, e da lì all’ inverso. Un giorno essendo lontano cento passi da Sava, rivolgendosi alla Vergine di Pasano, rivolto verso la chiesa omonima, che gli era dirimpetto, chiese gridando con grande fede che, se gli toglieva dal piede la catena serrata con il macigno, si sarebbe battezzato. Nel momento non si sa come, cadde dall’ alto un macigno che ruppe il chiavistello senza nuocere al piede dello schiavo. Lo schiavo nel battesimo fu chiamato Francesco.

A questa tradizione culturale popolare è dedicata una cappellettanei pressi di Corso Italia ed un corteo, detto “dello schiavo”, che avviene in occasione della ricorrenza del santo patrono: il 24 giugno, San Giovanni Battista. Nella prima domenica di marzo, in onore alla Vergine si svolge un pellegrinaggio che partendo dalla cappella dello schiavo situata in corso Italia, arriva sino al casale della Madonna di Pasano.

Chi viene dalla Sicilia , o dalla Grecia, in questi luoghi d’ Italia, di necessità approda nel porto di Taranto…Giacchèdal promontorio della Iapigia sino a Siponto faceva scalo a Taranto chiunque veleggiava per l’ Italia dai lidi opposti e servitasi di Taranto come di un emporio pei commerci e pe’ transiti, perché la città di Brindisi non era ancora fabbricata” 

(Polibio)

di Federico Pompigna 

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